Africa: sviluppo agricolo per ridurre la povertà

Uno studio condotto  per conto di Banca Mondiale evidenzia alcuni dati molto interessanti per quanto concerne le strategie di sviluppo future per l’Africa. Quello che stupisce è l’apprezzamento di World Bank per le proposte avanzate nello studio e l’intenzione manifestata di finanziare alcuni di questi progetti riguardanti soprattutto lo sviluppo dell’agricoltura.

Nello studio si evidenzia come alcuni in Paesi africani appena emersi da conflitti o da situazioni di instabilità l’occupazione giovanile sia ai minimi storici nonostante invece ci siano le premesse per dare ai giovani una occupazione stabile e redditizia.

Il problema maggiore risiede in alcuni fattori sociali tipici delle zone rurali che di fatto impediscono lo sviluppo dei giovani africani. Tra questi i più importanti sono la bassa scolarizzazione delle ragazze, costrette a sposarsi giovanissime e quindi a lasciare gli studi per occuparsi della famiglia, spesso molto numerosa dopo pochi anni. Ma se questo discorso vale per le ragazze  anche i giovani maschi tendono a lasciare molto presto la scuola per andare a cercare fortuna nelle città.

Proprio dalle potenzialità che può offrire il settore agricolo sono nati alcuni progetti finanziati da Banca Mondiale mirati all’impiego dei giovani africani. Infatti,  uno sfruttamento maggiore delle potenzialità offerte dal settore agricolo permetterebbe non solo di impiegare un gran numero di giovani ma consentirebbe alle economie locali di progredire, di diventare autosufficienti e infine, con la maggioranza dei giovani occupati, metterebbe un freno sia alla criminalità che ai molti micro-conflitti.

I diversi progetti riguardanti soprattutto l’Africa Subsahariana che mirano a favorire lo sviluppo del settore agricolo, contrariamente a quanto avviene solitamente per quelli finanziati da Banca Mondiale, verranno affidati attraverso il sistema del sub-appalto a diverse Ong che operano nell’area. Il sistema è ancora un po’ macchinoso ma è comunque un importante passo avanti quello fatto dal più grande istituto bancario mondiale, una mossa che dovrebbe finalmente tagliare fuori ogni tipo di corruzione e di favoritismo sui fondi destinati allo sviluppo elargiti da Banca Mondiale.

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